Sant’Agata de’ Goti

Sant’Agata de’ Goti è un comune italiano di 11.452 abitanti della provincia di Benevento in Campania.

Territorio

La cittadella storica si erge su una propaggine tufacea tra il Martorano e il Riello, due affluenti del fiume Isclero, che formano uno spettacolare incrocio di profondissimi valloni, in era geologica epicentro di un violentissimo sisma; l’intera città si sviluppa alle falde del monte Maineto (556 m), oltre il torrente Martorano.

La pianta della Città antica è a semicerchio e misura 1 km in lunghezza, con diametro diretto da sud a nord.

Tutto il territorio comunale si distende alle falde del monte Taburno con un’ escursione altimetrica di 1283 metri, con un minimo di 40 ed un massimo di 1323 metri: monte ricco di sorgenti ed infatti le fontane della Reggia di Caserta sono alimentate da acque estratte da questo territorio (sorgenti del Fizzo) e convogliate nell’acquedotto carolino, architettato da Luigi Vanvitelli, che attraversa per molta parte del suo percorso le colline prospicienti Sant’Agata.

È territorio prevalentemente collinare.

Clima

Il clima è mediterraneo, quasi sempre mite, fresco nelle notti estive, e solo nei periodi di pieno inverno subisce infiltrazioni di venti rigidi provenienti dal nord-est; nei periodi in cui le escursioni termiche tra il giorno e la notte sono forti si stratifica una coltre di nebbia densa e umida, favorita per lo più dall’Isclero; spesso è molto ventoso.

Storia

Gli storici concordano sull’ipotesi che l’attuale centro abitato di Sant’Agata de’ Goti sorga sul territorio dove un tempo si estendeva l’antica città caudina di Saticula. Necropoli sannite sono infatti venute alla luce nella zona nord del territorio santagatese, nell’area compresa tra il fiume Isclero ed il comune di Frasso Telesino. Il villaggio di Saticula venne citato da Tito Livio prima e da Virgilio poi nel testo dell’Eneide.

Durante le vicende inerenti alla seconda guerra sannitica (315 a.C.) venne occupata dal dittatore Lucio Emilio ma il borgo resistette in assedio per due anni e fu presa solo grazie sll’intervento di Quinto Fabio Massimo. Successivamente restò fedele a Roma anche durante la seconda guerra punica. È a questo punto che probabilmente gli insediamenti abitativi si allontanano dalla valle dell’Isclero per spostarsi più a Sud. Ville di epoca romana sono state infatti rinvenute nella zona a sud di Sant’Agata. Non si può invece dire quando sia stata per la prima volta abitata la rocca tufacea che oggi ospita il centro storico di Sant’Agata, sicuramente abitata ai tempi della venuta dei Longobardi.

Man mano che i Romani perdevano il controllo sull’intera penisola il territorio di Saticula divenne sempre più teatro delle scorribande delle tribù barbare degli Unni, dei Vandali e dei Goti. Così per molto tempo si è pensato di attribuire l’origine del toponimo “de’ Goti” alla venuta in Campania dei Goti. La tesi appare però oggi meno accreditata rispetto a quella che attribuisce il nome della città alla famiglia francese dei De Goth. Infatti è solo dopo il 1300 che i carteggi ufficiali riportano il toponimo completo.

Durante il Medioevo Sant’Agata fu dominio prima Longobardo, poi Normanno, quindi Svevo ed Angioino. Conquistata dai Longobardi venne inglobata nel Ducato di Benevento. A seguito dell’alleanza con i bizantini venne assediata e conquistata da Ludovico II nell’886 mentre nel 1066 passò sotto il dominio dei normanni. Nel 1230 fu ceduta a Papa Gregorio IX per poi andare nelle mani dei Siginulfo e degli Artus. Nel 1400 divenne possedimento dei Della Ratta, nel 1528 degli Acquaviva e infine nel 1696 dei Carafa, conti di Cerreto Sannita che la tennero sino all’abolizione del feudalesimo avvenuta nel 1806.

Sede vescovile dal V secolo fino a pochi decenni fa, ha avuto tra i suoi vescovi Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, alla guida della diocesi per tredici anni, e Felice Peretti (dal 1566 al 1571), poi Papa con il nome di Sisto V.

Nel 2004, assieme alla città di Cerreto Sannita, è stato l’unico comune della Campania ad essere insignito del marchio di qualità “Bandiera Arancione” del Touring Club.

Etimologia

Il toponimo Sant’Agata de’ Goti, così come oggi noi lo conosciamo, si forma in due differenti periodi storici. Fu nel corso del VI secolo infatti che la città fu intitolata alla Santa catanese. Si deve invece alla presenza in città della famiglia francese dei De Goth, alla quale Roberto d’Angiò concesse il feudo di Sant’Agata nel 1300, il “de’ Goti”.

Monumenti e luoghi di interesse

  • Il centro storico di Sant’Agata de’ Goti è sito su di una terrazza tufacea scavata ai due lati dai torrenti Riello e Martorano con una pianta a semicerchio estesa circa un chilometro e con il diametro diretto da sud a nord. All’interno del tessuto urbano vi sono diverse vestigia archeologiche inserite nelle facciate delle abitazioni come delle epigrafi e dei cippi romani.
  • La Cattedrale dell’Assunta (divenuta concattedrale a seguito della fusione della nascita della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti), fondata nel 970, rifatta nel XII secolo ed ancora nel XVIII secolo. Conserva pregevoli opere artistiche ed una cripta romanica dove gli archi poggiano su fini capitelli lavorati.
  • La Chiesa di Sant’Angelo in Munculanis, dove i recenti lavori di restauro hanno portato alla luce una struttura medievale ed una cripta con sepolture a colatoi.
  • Il Castello di epoca normanna ma pesantemente restaurato nel XVII secolo che possiede una sala con affreschi mitologici.
  • Le altre chiese: dell’Annunziata, di San Menna e di San Francesco.

Musei

A Sant’Agata de’ Goti ha sede un museo che raccoglie reperti artistici ed archeologici provenienti dall’intera Diocesi e che ha una sezione apposita dedicata ai luoghi dove visse Sant’Alfonso.

Prodotti tipici

La campagna produce prevalentemente olio, vino, frutta (mele e ciliegie in special modo), ortaggi, cereali e legumi. Fra le specialità di frutta si coltiva la mela annurca, prodotto che nel 2006 ha ottenuto il marchio IGP (Indicazione geografica protetta). Il frutto, piccolo e schiacciato, si caratterizza per le proprietà organolettiche: polpa bianca compatta, acidula e profumata. Era già conosciuta e apprezzata nell’antichità romana, e citata da Gaio Plinio Secondo noto come Plinio Il Vecchio che nel suo Naturalis Historia ne localizza l’origine nella zona di Pozzuoli; oggi la mela annurca viene coltivata in tutta la Regione Campania.

Eventi e Manifestazioni

  • Manifestazione “Suoni di Terra”
  • “Sannio Film Festival”, evento cinematografico internazionale che si svolge in 10 giorni nel mese di luglio.
  • “Suoni di Terra | Popoli Ritmi e Danze | Festival delle Musiche e delle Altre Culture”, Festival multidisciplinare che si svolge ogni anno nell’arco dell’ultima settimana di agosto.
  • “I mesi dell’anno”, rappresentazione popolare e grottesca delle scadenze stagionali della vita campagnola. Risale forse a qualche rito pagano tramandato dalla tradizione locale.
  • “La Giostra del Cavaliere Turchino”, probabilmente, in origine, una rappresentazione di corte medioevale, tramandata e travisata nel corso dei secoli.

[Fonte: Wikipedia]